venerdì 20 giugno 2014

Chaiten e dintorni (X regione de los lagos) - CHILE



Hola Amigos,
abbiamo lasciato la bella Argentina per entrare in Cile qualche giorno per il rinnovo del visto argentino, una gran sorpresa  trovare nel territorio cileno una vegetazione cosi verde e rigogliosa: la foresta pluviale. Effettivamente da parecchio tempo i nostri occhi si erano abituati ai paesaggi aridi vulcanici e proprio non ce lo aspettavamo tutto questo verde, la foresta pluviale e’ molto fitta e se senza sentieri e’ impenetrabile; in questa zona piove parecchio e l’umidita’ e’ altissima (oggi 93%), ci sono torrenti di acqua trasparente  ovunque, il clima e’ freddo (circa 0gradi) e le piste in parecchi tratti sono gelate per tutto il giorno perche’ in ombra. In questa zona c’e’ l’impetuoso fiume “Futaleufu” che dicono essere tra i piu’ belli al mondo per la pratica del rafting e kayak, effettivamente l’ acqua e’ cristallina e scende furiosa a valle. Siamo stati nel paesino di “Chaiten” che nel 2008 e’ stato sommerso dalle ceneri a seguito eruzione dell’omonimo vulcano che ha provocato gravi danni sia alle case che alle infrastrutture ed ha sterminato circa 20.000 animali tra bovini, ovini, cani, gatti ed uccelli; per fortuna non ci sono state vittime  perche’ l’evacuazione degli abitanti e’ stata tempestiva ed ora la vita riprende piano piano. Il giorno successivo invece ci siamo riscaldati le ossa alle terme del “El  Amarillo” con acqua calda di circa 40gradi, queste piccole terme sono incastonate in una stretta valle verdissima vicino ad un torrente  e l’ambiente e’ molto semplice e familiare, in inverno quindi da non perdere!
Questa parte del Cile verticalmente e’ molto stretta e quando si entra dal confine argentino ci si trova subito immersi tra le montagne andine per poi raggiungere con pochi km l’Oceano Pacifico.

Le montagne andine sono note per essere “appuntite”, questa punta e’ chiamata delle “3 monache”

Il vulcano “Chaiten” (mt. 962) ancora attivo, per fortuna a detta degli abitanti che si preoccupano quando non fuma piu’

Il vulcano Michinmahuida  (mt. 2.404) visto dal parco nazionale Pumalin

Ora come previsto si ritorna in Argentina sulla costa Atlantica alla ricerca delle balene.

sabato 14 giugno 2014

Sulla ruta 12 (reg. Chubut) - ARGENTINA



sopra il canyon "la buitrera"

Hola Amigos,
lasciata la famiglia Simeoni riprendiamo la nostra strada sulla bella ruta 12, si tratta di una pista che per gran parte appunto costeggia il rio Chubut ed il paesaggio circostante e’ prevalentemente vulcanico con strane formazioni rocciose e grandi colori. Tappa obbligata a “piedra parada” si tratta di un’area naturale protetta dove si trova questa enorme pietra a forma di supposta ed il bel canyon “la buitrera”.
Circa 50 milioni di anni fa ci furono violente eruzioni vulcaniche che diedero vita a tutti questi strani rilievi montuosi e canyon presenti nella zona.

Il canyon “la buitrera”, che significa dell’avvoltoio perche’ prima ce n’erano parecchi, testimonia la presenza di antichi popoli di piu’ di 5.000 anni fa.

Montagne colorate 

Collage di colori


Ora qualche giorno in Cile e poi si ritorna sulla costa atlantica a vedere le balene.

martedì 10 giugno 2014

Establicimiento “Los Tanos” della famiglia SIMEONI (reg. Chubut) - ARGENTINA


sulla R12 nella proprieta' del establicimento de "los tanos"

Hola Amigos,
siamo nella regione del Chubut e stiamo percorrendo la bella pista n. 12 che costeggia il rio Chubut per portarci verso il Cile dove entreremo solo alcuni giorni unicamente per poter rinnovare il visto argentino per altri 3 mesi. Ieri sera bel punto tappa lungo la ruta vicino ad imponenti pareti rocciose colorate con clima ottimo (15gradi) ed oggi in mattinata partenza per proseguire il nostro tragitto. Fatti pochi km pero’ passiamo vicino ad un estancia con un cartello che ci incuriosisce “los tanos”,cosi vengono chiamati gli italiani dagli argentini, come fare a non fermarsi? E cosi facciamo e dopo un’ora siamo gia’ a tavola con un piatto di pasta e del buon vino. Incontriamo papa’ Giulio Simeoni, emigrato con la famiglia da un paesino vicino a Castelfranco Veneto in Argentina nel 1948, ed il figlio Sandro; quest’ultimo gestisce la fattoria con l’aiuto di mezzadri e di Giulio di professione maestro ma ora in pensione. Allevano bovini ed ovini ed hanno prati di foraggio il tutto per la rivendita, attorno alla casa razzolano circa un centinaio di polli, ci sono i cani pastori per il bestiame e la guardia ed anche i gatti che qua sono indispensabili per la caccia ai topi; ci sono anche alberi da frutta, la serra per la verdura e la vite con ancora della buona uva. Giulio, che ogni tanto gli scappa la frase in puro dialetto veneto, ci racconta la storia della sua famiglia e di come quando sia ritornato in Italia per la prima volta, dopo circa 60 anni, abbia rivisto volentieri la sua terra con ancora i parenti rimasti in patria. Grazie Giulio e grazie Sandro per la meravigliosa accoglienza!

mercoledì 4 giugno 2014

Foto curiose mese di MAGGIO 2014

Siamo a "El Chalten" dove i bambini argentini della scuola materna quando camminano sulla strada (qua peraltro senza traffico) tengono tutti una manina su una corda che serve a tenerli tutti assieme e nessuno deve mai lasciarla fino al rientro a scuola. Che dite buona idea?

martedì 3 giugno 2014

Prima neve in Patagonia (reg. Santa Cruz) - ARGENTINA



Hola Amigos,
ecco l’arrivo della prima neve in Patagonia che ci trova sulla pista panoramica n. 39 che da Perito Moreno scende verso la Cueva de las manos; iniziamo la pista nel pomeriggio e consultata la mappa digitale di Ozi decidiamo di fare anche un’altra deviazione su una pista che la mappa cartacea non riporta. Percorso molto bello su pistino piccolo che traversa un  canyon con strane formazioni rocciose colorate, bivacchiamo all’entrata  dell’estancia disabitata “El Carmen” e verso sera inizia a nevischiare. Oggi il risveglio con la neve e la pista scomparsa perche’ coperta dalla coltre bianca; nonostante nevichi ancora parecchio decidiamo di spostarci e portarci vicino alla principale ruta 40 e qua inizia la nostra avventura: non capiamo dove sia la pista e ci muoviamo unicamente con l’aiuto del gps e di Ozi che ci indicano la direzione da prendere (ma purtroppo non la pista); dopo diversi km riusciamo a ritrovare la pista (1 ora e 45 per percorrere km. 8) ed incontriamo un camioncino in panne, carico di fieno diretto al campo di bestiame, che  viste le pessime condizioni della strada ha  rinunciato e rientra alla fattoria. Sul mezzo oltre al gaucho ci sono anche la moglie col bimbetto in fasce e cosi ci fermiamo a soccorrerli ed a trainarli fino alla loro destinazione; per loro fortuna perche’ qua non sarebbe passato proprio nessuno. Noi decidiamo di proseguire e finalmente dopo un po’ raggiungiamo la ruta 40 (lo capiamo solo dai cartelli stradali) ma ahime’… dov’e’? Anche qua la neve ha coperto tutto e non si capisce nulla, Loris cerca il percorso ma sembra proprio sia meglio fermarsi e cosi facciamo. Nevica ancora tutta la notte e tira un forte vento per fortuna pero’ all’indomani ci sveglia un pallido sole che ci fa decidere di continuare. Incontriamo pochi mezzi e ben 2 usciti di strada ma finalmente nel tardo pomeriggio raggiungiamo di nuovo Perito Moreno, felici e contenti! Una gran pena vedere  gli animali infreddoliti, disorientati ed in cerca di cibo. Le strade in questa zona vengono pulite dalla neve solo in parte e non sempre, quindi qua vige la legge “fai da te e buona fortuna”.  

A questo punto il nostro viaggio prosegue sicuramente verso nord!

domenica 1 giugno 2014

Cueva de las manos (reg. Santa Cruz) - ARGENTINA



Hola Amigos,
siamo a la “Cueva de las manos” un sito di arti rupestri dichiarato nel 1999 Patrimonio dell’Umanita’ dell’UNESCO, immaginatevi un grande canyon di origine vulcanica con un torrente che scorre in basso attorniato da alberi verdi e sulle pareti rocciose fantastici disegni creati dagli indios Tehuelches in un periodo che va da circa 9.300 anni fa (i piu’ antichi) a circa 1.300 anni fa (i piu’ moderni); questo sito testimonia circa 8.000 anni di storia.
Ancora oggi qua gli archeologi proseguono con gli studi perche’ ci sono ancora parecchie domande di cui non si ha risposta; i primi scritti risalgono al 1941 riportati dal nostro brillante salesiano Padre Alberto Maria De Agostini che venuto nella zona per scalare il selvaggio Cerro San Lorenzo venne a conoscenza
dai gauchos delle “strane pitture sulle rocce”, venne sul posto scatto’ parecchie foto e documento’ per iscritto i dipinti.
Si accede al sito solo tramite una guida che nel ns caso e’ la simpatica Natalia che ci affascina coi suoi racconti e visto che siamo solo noi raddoppia la durata della visita da 1 a 2 ore: si presume che gli indios essendo nomadi venissero qua per cacciare guanacos in quanto zona favorevole alla caccia per la posizione e l’acqua del rio e facessero i dipinti sulla roccia o come rituale di iniziazione o per lasciare la testimonianza del loro passaggio. I soggetti disegnati sono  animali (guanacos e lucertole) e  impronte di mani (ce ne sono piu’ di 2.000), sia di bambini che di adulti, prevalentemente di mano sinistra (in un settore con 829 mani solo 31 sono destre) perche’ si presume che con la destra facessero i dipinti dell’altra mano.

Dipinti di colori diversi e sovrapposti per epoche diverse

Disegno piu’ completo con anche il braccio

Disegni antichi e moderni

Unico dipinto di mano con 6 dita in basso a sinistra di colore arancione


Curiosando nel coloratissimo canyon “Caracoles”

Sempre nel canyon “Caracoles”