venerdì 8 agosto 2014

Parque Nacional Sierra de las Quijadas (reg. San Luis) - ARGENTINA



Hola Amigos
da questo giovane arido parco di circa 150.000 ettari, nato nel 1991,  che sembra essere ancora poco visitato dai turisti stranieri, e’ davvero un peccato perche’ e’ particolare per il colore delle sue formazioni rocciose di arenaria rossa coi faraglioni che somigliano ad alti palazzi. In passato questa regione era abitata dagli indigeni Huarpes e quando ha iniziato a sedimentarsi era un grande lago, le formazioni attuali sono il frutto di erosione eolica degli ultimi 100 milioni di anni con mura stratificate. Clima fantastico con temperature di circa 25gradi durante il giorno in maniche corte e di circa 5/10gradi di notte con piumone. Siamo rimasti qua 4 giorni, campeggiando nella bella area di campeggio gratuita del parco in compagnia di uccellini, lepri, guanaco e pure asini, facendo ogni giorno camminate diverse alcune delle quali obbligatorie con la guida che nel nostro caso e’ stato il bravo Carlos, un libro vivente che ci ha raccontato un sacco di cose.
Finalmente riusciamo a vedere da vicino la bella “lepre della Patagonia” qua chiamata Mara di taglia decisamente piu’ grande delle nostre.

Forme e colori.

Sculture naturali

Sculture naturali

Palazzi naturali

Una vera emozione di fronte a questo paesaggio

Nel parco sono anche stati ritrovati parecchi fossili di dinosauri ed una grande impronta della famiglia dei sauropodomorfi.

I faraglioni con le sue cornici e terrazze di colore rossiccio appena ricoperti di vegetazione demarcano un immenso anfiteatro naturale.

Alla sera ad ammirare il tramonto.. solo noi.

lunedì 4 agosto 2014

La Carolina (reg. San Luis) - ARGENTINA



Ai minatori
Hola Amigos,
anche l’Argentina come l’Italia e’ suddivisa in regioni ed ora ci troviamo nella regione di San Luis (a nord ovest) esattamente nella “sierra de San Luis” piccola catena montuosa   con altitudini massime di 2.000mt; ci sono dei piccoli villaggi costruiti interamente in pietra (avrete capito che qua abbonda!) come anche gran parte delle recinzioni che assieme ai paesaggi collinari ricordano tanto la Scozia, con l’unica differenza che ora essendo periodo di secca i prati sono gialli anziche’ verdi.
Siamo rimasti affascinati da un piccolo paesino, appollaiato nella serra, di circa 300 abitanti, chiamato “La Carolina” che appena raggiunto ci ha dato subito una sensazione di pacee
la chiesetta
tranquillita’. Il paese nacque a seguito della scoperta dell’oro nel monte “Tomogasta” alla  fine del1.700 ed in pochi anni la colonia spagnola ne estrasse circa 10.000kg, nel 1.800 invece arrivano gli inglesi che con attrezzature tecnologicamente piu’ avanzate duplicarono la quantita’ di oro estratto. All’inizio del 1.900 si insediarono diverse compagnie argentine che cessarono l’estrazione nel 1955  perche’ non piu’ redditizia e cosi la miniera venne ufficialmente chiusa. I minatori lavoranti erano circa 2.000 e come ben si sa la vita in miniera era veramente dura: problemi polmonari dovuti dal respiro della polvere e l’inalazione dei fumi delle lanterne ad olio, differenza di clima dall’interno della miniera costante a 17gradi con l’esterno in inverno sotto zero e in estate
a gradazioni elevate, pericolo di frane nei tunnel; la vita media di un
minatore era di circa 35 anni e si dice che ancora oggi nelle miniere, nonostante il  migliorare delle condizioni di sicurezza dei lavoratori, la loro vita media continui ad essere  la stessa.  
Ancor oggi diversi cercatori d’oro arrivano qua per cercare oro nel ruscello, ma che fatica ragazzi: pensate che per estrarre 1grammo d’oro occorre vagliare circa 1 tonnellata di sabbia, e la lavorazione viene fatta alla vecchia maniera come avrete sicuramente visto nei film.
Una piccola parte della miniera “Buena Esperanza” oggi e’ aperta ai turisti e noi l’abbiamo visitata con la guida Ariel, abbiamo percorso i tunnel che una volta venivano usati dai minatori per l’estrazione dell’oro.
Il terreno e’ ricco di ferro, zolfo  e di manganesio che con le infiltrazione di acqua creano dei disegni naturali.
Siamo saliti sulla cima del monte Tomogasta, in compagnia della nostra piccola guida cagnolino e dalla cima gran vista sulla sierra
 

E ora vamos al Parco Nazionale Sierra de las Quijadas!

giovedì 31 luglio 2014

Canyon del Rio Atuel (reg. Mendoza) - ARGENTINA



Hola Amigos,
con sorpresa ora che siamo piu’ a nord il clima e’ cambiato in quasi estivo con temperature diurne di circa 25gradi e dopo circa 9 mesi riaccendiamo il frigo e siamo in maniche corte: grazie anche all’effetto climatico del “zonda” un vento caldo e secco (nasce nel Pacifico freddo e umido e si scarica sulle Ande) che ha la
il gufo
capacita’ di innalzare di parecchio le temperature invernali. Ma ritorniamo al nostro racconto di oggi, lasciati i vulcani ci immergiamo nei colori e nelle strane forme di questo canyon attraversato dalla pista RP173 per gran parte nel fondo per un totale di circa 42km. E’ un continuo cambiamento di colori e profili a seconda dell’angolazione di veduta e della luce del sole, decidiamo cosi di fare 2 trekking “selvaggi” per avvicinarci di piu’ alle  rocce.
Il rio Atuel ha dato vita a questa meraviglia: tra 400 e 250 milioni di anni fa il fondo venne ricoperto da accumuli di sedimenti ed i fenomeni vulcanici del  triassico e quaternario   ultimarono per delinearne la sua composizione; i colori sono diversi e vanno dal rossiccio e nero fino al giallo, lilla, viola  e verde.. da non credere!
Ci sono curiose formazioni rocciose come la testa di King Kong colorata
Scultura naturale
La Toyota tra le forme ed i colori
Paesaggio multicolore
Le nostre foto non vengono assolutamente ritoccate, quindi sono colori naturali visti dai nostri occhi e dalla nostra macchina fotografica
Che fatica salire fino a qua ma che spettacolo

Ancora paesaggio colorato
Per la produzione di energia elettrica ed il miglioramento dell’irrigazione lungo il corso del rio Atuel sono state costruite diverse dighe, che incontriamo lungo il percorso, e nell’ultima chiamata diga “Valle Grande” facciamo un bel punto tappa con vista panoramica.

martedì 29 luglio 2014

Reserva Provincial Natural La Pauynia (reg. Mendoza) - ARGENTINA



Hola Amigos,
eccoci a raccontare le nostre avventure in questa bella riserva che vanta il primato di essere una delle poche regioni al mondo (con l’isola di Lanzarote e la penisola di Kamchatka) con maggior densita’ di vulcani: ce ne sono circa 2.000 di cui piu’di 800 identificati su una superficie di circa 450.000 ettari. Geologicamente nuova, la zona ha vulcani che hanno fatto eruzione milioni di anni fa lasciando testimonianze ovunque come i km di flussi di lava nera o i campi delle bombe (massa di lava ardente gettata a piu’ di 30km di altezza che si e’ raffreddata in aria ed e’ ricaduta in terra ancora con l’interno rovente), insomma un vero e proprio paesaggio lunare pieno di colori ed abitato da una bella vegetazione.
Ci sono diverse piste che portano alla riserva, noi siamo entrati da est e fin da subito siamo rimasti affascinati dal vulcano “Payun Matru Liso” che con i suoi 3.838mt di altitudine e’ la punta piu’ alta del parco; lo vedi gia’ da lontano e la sua forma “da vero vulcano” e’ proprio seducente e man mano che ci avviciniamo si manifesta l’idea di salirlo… e cosi facciamo.

La giornata della salita al vulcano e’ proprio una giornata “piena” nel senso che siamo partiti col buio e siamo arrivati quasi col buio, trekking molto impegnativo (purtroppo qua non troviamo gli utili sentieri dei guanaco!) ma in compenso dalla cima vista a 360gradi che spazia fino in Cile.

Il colorato Cerro Morado.

Tra i colori.

La mitica Toya nel paesaggio lunare, alle spalle la testa del Cerro Morado. 

Strane forme e bei colori.
Colori.
Ed ora si va verso il colorato canyon del Rio Atuel.


domenica 27 luglio 2014

Dintorni di Malargue (reg. Mendoza) - ARGENTINA



Hola Amigos,
siamo nella regione di Mendoza sul confine col Cile nel centro ovest dell’Argentina nota per le Ande ed il vino, zona anche con  grande concentrazione di bellezze vulcaniche, eccone due che abbiamo visitato e che sono davvero particolari:
Reserva Provincial Castillos de Pincheira
Si tratta di formazioni rocciose erose dal vento e dall’acqua di diversi strati e colori nate da eruzioni vulcaniche iniziate circa 6 milioni di anni fa che si sono ripetute negli anni, il vulcano ogni volta che eruttava formava nell’aria una nuvola carica di gas, rocce spezzettate, ceneri e scorie che poi si depositavano sulla terra. In seguito la movimentazione delle falde terrestri, gli agenti climatici ed il fiume Malargue hanno dato origine a queste belle sculture naturali.
Particolare de los castillos, in cima alla prima colonna da sinistra c’e’ la “cabeza del indio” ossia testa dell’indio.

Paesaggio visto dalla cima, sullo sfondo il “Cerro Colorado” in compagnia di qualche nuvola

Vulcano Malacara
In compagnia della nostra simpatica guida Valentin, uno dei tanti argentini che ha  pianto alla finale dei Mondiali 2014 per la sconfitta dell’Argentina, abbiamo visitato l’interno del vulcano Malacara, con eruzione di caratteristica hidromagmatica (quando il magma che sale verso la superficie trova una fonte di acqua diventa un’eruzione tranquilla in una potente esplosione che libera gas, vapore e lava incandescente a distanze incredibili) e la creazione di enormi crepacci di quasi 30 metri di altezza per la fuoriuscita del materiale. Questo e’ uno dei tre vulcani al mondo nel quale si puo’ entrare a piedi fino al profondo interiore.
Forme e colori vulcanici

Arrividerci alla prossima dalla vulcanica Reserva Provincial La Payunia.

mercoledì 23 luglio 2014

Reserva Natural Provincial Caverna de las brujas (delle streghe) (reg. Mendoza) - ARGENTINA



Hola Amigos,
dopo alcuni giorni trascorsi tra i vulcani, ma di questo ne parleremo piu’ avanti, siamo stati in questa bella riserva che ha la particolarita’ di trovarsi tra le rocce calcaree; infatti con grande sorpresa abbiamo scoperto questa valle che oltre ad avere la caverna “delle streghe” ha anche fotogeniche montagne bianche, scolpite dal tempo e attorniate da colorate rocce vulcaniche, da esplorare a piedi.
Ma partiamo dalla caverna che venne creata dal mare e scoperta dai pastori nel 1920 perche’ in questa zona misteriosamente scomparivano delle pecore per diversi giorni per poi essere ritrovate senza capire dove fossero andate nel frattempo; si decisero cosi ad entrare in questo piccolo buco, con molta paura, per vedere  cosa c’era e fu cosi che inizio’ la sua esplorazione. Il suo nome invece deriva da una antica leggenda dove si racconta che nella caverna si riunivano gli stregoni uomini e donne delle diverse tribu’ indigene per passarsi le proprie magie, le donne avevano capelli ed unghie molto lunghi  ed i pochi coraggiosi curiosi che osavano avvicinarsi dall’esterno spiando dalla fessura principale intravedevano le ombre femminili ingigantite dal fuoco simili a streghe.
La visita al suo interno e’ guidata e chi entra qua per nessun motivo deve soffrire di claustrofobia perche’ in alcuni passaggi si striscia in  stretti tunnel, divieto quindi di entrata alle persone grassottelle; purtroppo la caverna e’ stata vittima di vandalismo con distruzione di  parecchie stalattiti e stalagmiti e prima che si riformino ci vorranno milioni di anni.

Grazie alla gentilezza dei guardiaparco, che ci hanno lasciato stazionare per diversi giorni nel parcheggio, abbiamo esplorato a piedi le montagne  scoprendo anche curiose formazioni rocciose.

Vedendo questa foto vi sembrera’ che le piante sono tutte uguali, invece ce ne sono di diversi tipi  e per adattarsi alle difficili condizioni climatiche del vento, del freddo e della siccita’ si sono trasformate nella loro forma, dimesione e  colore:  la vegetazione e’ bassa e massiccia e le foglie si sono trasformate spesso in spine e  sono ricoperte di cerume e capelli.  Ogni pianta ha una sua particolarita’, come ad esempio trattenere di piu’ l’acqua da utilizzarsi nei periodi di secca, catturare maggiore materiale organico, disperdere maggiormente i semi nei giorni di vento, etc..

Centinaia di milioni di anni fa qua c’era il mare, ora rimangono i fossili

Veniva a svegliarci alla mattina

Incontro ravvicinato col condor cucciolo

Paesaggio

Colori

 Vista sul Rio Grande