giovedì 18 settembre 2014

Citta’ di Cordoba (reg. Cordoba) – ARGENTINA


piazza San Martin
Tribunale

Hola Amigos,
dopo un po’ di relax alle belle terme di Fiambala’ arriviamo nella città di Cordoba, seconda solo a Buenos Aires per abitanti che qua sono più di 1.400.000; un mix di antico e moderno abitato da migliaia di studenti universitari che arrivano qua da tutto il Sud America per studiare nelle numerose Università. E scopriamo anche che qua quasi tutti sono figli di emigranti italiani in particolare della zona del Piemonte e questo ci fa proprio piacere: parecchi negozi con insegne italiane, librerie con libri in italiano e parecchi argentini con doppia nazionalità che frequentano corsi di lingua italiana.
con Anamaria
Come ben sapete per noi stazionare nelle città e’ sempre un rischio per il discorso ladri, ma qua abbiamo avuto la fortuna di incontrare la Sig.ra Anamaria (di origini piemontesi) che ci ha gentilmente offerto il suo prato (vicinissimo al centro) per lasciare la nostra Toyota al sicuro: grazie davvero Anamaria per la tua gentilezza e simpatia!
Per noi orsi di montagna le visite nelle città sono sempre abbastanza veloci, preferiamo proprio la tranquillità e la naturalezza e quindi dedichiamo solo 2 giorni a questa bella cittadina; i siti da visitare si concentrano quasi tutti nel centro storico che si gira tranquillamente a piedi  tra le vie pedonali della città.
Il Museo della memoria 
Creato per non dimenticare le atrocità fatte durante il periodo della dittatura argentina tra gli anni 1974 e gli anni 1983: scomparvero piu’ di 30.000 persone che semplicemente lottavano per i proprio ideali politici, sindacali e culturali.
Nel fabbricato dove e’ ospitato il museo c’era la divisione di Polizia chiamata “D2” creata appositamente per perseguire e reprimere queste persone ed i metodi di certo non erano gentili: camere di torture ed esecuzioni con occultamento del cadavere. Gran parte dei responsabili purtroppo ancora oggi e’ in libertà perché non e’ stato trovato quasi nulla di scritto ed i nomi non si conoscono: di fronte ai prigionieri bendati si chiamavano con soprannomi o in codice e quindi e’ difficile poter identificare per certo la persona, si conoscono solo i nomi dei comandanti perché ufficialmente implicati nella storia ma nulla di più. Ancora oggi si continua a raccogliere testimonianze per ricostruire la storia di chi e’ scomparso o chi e’ stato ucciso perché non si vuole dimenticare ma la strada da percorrere sembra essere ancora tanto lunga e tutta in salita.
Ci sono parecchie chiese con interni decorati  molto belli.
Il particolare palazzo del Governo.
Moderno ed antico.
E ora si va al Alta Gracia a vedere il museo del “Che Guevara”.

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